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Il "dono"
di Franco Isman


Il dono - foto di Franco Isman   Il dono - Carlo Crivelli

Sono stato all'inaugurazione del cadregone.
Ho sentito i discorsi del sindaco e di Luigi Rovati, presidente di Rottapharm e poi la brillante presentazione di Philippe Daverio con il suo eterno sigaro, che al Parco non dava poi fastidio.

Non conoscevo Luigi Rovati, forse di vista, si tratta di un non certo giovane gentiluomo, decisamente all'antica, cui l'arte moderna deve fare un certo effetto, simile a quello che spesso fa a me, come ho scritto ne “Il cadregone”, ma che è stato trascinato, forse più che convertito, dall'amore per una giovane e carina nuora.
Era emozionato, ha detto che si considera monzese essendosi trapiantato qui da quarant'anni (io da sessanta) e che era fiero e felice di fare questo dono alla sua città.
Ha ricordato con orgoglio quando da giovane andava ai convegni in tutto il mondo e ne tornava con la valigia piena di appunti ma anche di accordi che, un po' per volta, hanno portato la sua azienda alla attuale preminente posizione.
Ha raccontato di come ancor oggi quando, nelle più disparate parti del mondo, si trova in mano una scatoletta di medicinali con la dicitura “Rottapharm Monza” si commuove.
Ci ha detto come questo sia merito di tutti i dipendenti, che sono la maggior ricchezza della società e ci ha invitato ad essere fiduciosi nel futuro, nonostante le grandi difficoltà della attuale congiuntura economica.
Ha concluso dicendo che voleva ripetere simbolicamente l'atto del dono al Signore della Città, come si faceva nei tempi antichi, ed ha consegnato al sindaco il modellino del… cadregone, aggiungendo che in antico l'offerente si genufletteva e che lui lo faceva spiritualmente.

Bene. Io non credo che questo dono sia stato fatto per disfarsi di un oggetto, anzi un oggettone, ingombrante, come è stato scritto da qualcuno e non mi vedo proprio questo vecchio gentiluomo che si sollazza a torturare inutilmente i poveri animali, come si potrebbe pensare dallo scatenamento di verdi e animalisti, anche perché, particolare non trascurabile, ma ignorato dai manifestanti, nella sua azienda la cosiddetta vivisezione non è mai stata praticata.

Franco Isman

Il dibattito su Piazza d'Uomo


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  31 ottobre 2005